"CERCA DI SCOPRIRE IL DISEGNO CHE SEI CHIAMATO AD ESSERE, POI METTITI CON PASSIONE A REALIZZARLO NELLA VITA."

Martin Luther King

domenica 18 luglio 2010

Il coraggio e la coerenza di Paolo Borsellino, il faro per un'Italia migliore


Alle 16.58 del 19 luglio 1992 un’auto imbottita con cento chili di tritolo, posteggiata in via D’Amelio, fece tremare ancora una volta Palermo, dopo appena 57 giorni dalla strage di Capaci. Una vera e propria carneficina che costò la vita al giudice Paolo Borsellino e ai suoi cinque agenti di scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.
Dietro quella strage, che rappresenta una delle pagine più nere della storia recente del Paese, i contorni nebulosi e sfumati di una realtà capace di celare ancora oggi i nomi di quelli che furono i reali mandanti ed esecutori di un attentato destinato a segnare per sempre le coscienze della società civile italiana.Il coraggio di quest'uomo non stava solo nel fatto di rischiare la propria vita, ma stava nella consapevolezza che un giorno la mafia lo avrebbe ucciso.
Paolo ci ha insegnato che la lotta alla mafia deve essere innanzitutto un movimento culturale che abitui tutti a sentire la bellezza del fresco profumo della libertà che si oppone al puzzo del compromesso, dell'indifferenza, della contiguità e quindi della complicità…

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