
PROBLEMA DELLO SMALTIMENTO DEL SIERO.
Oggi 15 ottobre 2008, presso il chiostro del Comune di Gioia del Colle si è svolto un incontro tra l’associazione casearia gli agricoltori e l’amministrazione comunale per la soluzione dello smaltimento del siero.
Incontro questo che per alcuni versi ha messo in evidenza l’emergenza dello smaltimento del siero da parte delle aziende gioiesi, ma che per altri ha denotato l’interesse che tale problema capta in alcuni soggetti i quali tendono a risolvere il problema per proprio o altrui interesse, lasciando ai margini quello che deve essere per tutti noi il filo conduttivo di una politica volta all’interesse comune.
Sembra inutile ricordare che Gioia del Colle basa gran parte della propria ricchezza economica sulla filiera di tale prodotto e che contestualmente per errori gestionale ha lasciato sul terreno i progressi che molti comuni sono riusciti a mettere in atto.
Ora essendo la nostra economia basata sulla produzione di derivati del latte, ci troviamo di fronte ad una delle emergenze più importanti degli ultimi tempi:”lo smaltimento del siero” aggravatasi nel tempo, proprio per la mancanza di interesse, di accordi e di prospettive di sviluppo da parte dell’intera filiera, di conseguenza siamo arrivati oggi al punto di collasso, per cui serve un azione diretta decisa e urgente per la soluzione immediata di tale problematica.
Come molti sanno a seconda del tipo di produzione casearia, il procedimento di cagliatura produce circa l'85-90% di siero. Le caratteristiche del siero, che determinano il suo valore economico, sono strettamente connesse alla composizione chimica.
La relativa carica inquinante risulta essere molto alta, con BOD5 (domanda di ossigeno biochimico) e COD (domanda di ossigeno chimico) rispettivamente di circa 35000 mg/l e 70000 mg/l, così che non può essere scaricato direttamente al suolo o nella rete fognaria, ma necessita di un trattamento di depurazione.
Il siero, inoltre, è un prodotto instabile dal punto di vista microbiologico a causa della fermentazione provocata dai batteri del latte e non è sfruttabile in zootecnia a causa delle sue caratteristiche. Nonostante sia comunque una fonte di sostanze alimentari, oltre che una risorsa economica, rimane purtroppo un problema, in ambito ambientale, per le aziende produttrici di derivati del latte.
La necessità di attenersi alle leggi in materia fa sì che gli operatori del settore si debbano accollare i costi del trattamento di depurazione o di smaltimento.
Per trasformare il siero da costo a fonte di reddito sono necessarie alcune procedure che permettono il recupero della sostanza chimica senza alterare il prodotto e le caratteristiche commerciali dei prodotti finiti.
Se diamo uno sguardo alla composizione tipica del siero di latte vaccino non pastorizzato, notiamo che il contenuto di solidi totali è pari a circa il 6%, mentre il resto è acqua. Più precisamente, un litro di siero contiene poco meno di 9 g/l di proteine e 50 g/l di lattosio.
per le migliaia di industrie italiane, costrette ad importare quasi 50000 ton/anno di tale prodotto.
Quale provvedimento adottare quindi per risolvere tale problematica senza far ricadere costi sulle aziende casearie e mantenendo in vita l’intera filiera?
E’ inutile girarci intorno, l’unica soluzione è creare un tavolo di concertazione tra i soli interessati, ovvero agricoltori e aziende casearie, cercando di mettere su un consorzio, una società o una cooperativa per presentare alla regione un progetto per la creazione di un depuratore del siero che lavori per l’estrazione di siero-proteine, usando un depuratore a “processo di evaporazione sottovuoto” o uno a “ membrane”, tutto il resto è da lasciare ai margini di tale problema, basta con gli interessi personali bisogna salvaguardare gli agricoltori e le aziende casearie, vera fonte di ricchezza per il nostro comune.
IL PRESIDENTE DELLA II° COMMISSIONE CONSILIARE
Lamanna Vincenzo
1 commento:
CIAO VINCENZO SONO FILIPPO.
HO UN CONSIGLIO DA DARTI;
INIZIA A PARLARE AI FIGLI DEGLI ALLEVATORI E DEI CASARI, CREDO SIA L'UNICA SOLUZIONE.
L'ESPERIENZA DEI VECCHI MAESTRI(DIRETTI INTERESSATI) HA PORTATO LORO A ESSERE RESTII A QUESTI TIPI DI ASSOCIAZIONISMI.
PER CREARE UN CONSORZIO E' NECESSARIO PARLARE CON I GIOVANI AGRICOLTORI E CASARI CON LA SPERANZA DI POTER COSTRUIRE QUALCOSA DI VERAMENTE UTILE E IMPORTANTE PER LORO, PER NOI, PER TUTTI.
IN BOCCA A LUPO.
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